Le Case non sono tutte Uguali

Zavaglia, dal 1970 Mediatore a Gambettola.

Sentire dire da un mediatore prima di qualsiasi altra cosa che ciascuno – la casa – se la può comprare anche da solo, è una cosa che non ti aspetti. Ma Zavaglia questo insiste a precisarlo: “Non c’è bisogno del mediatore per comprare un appartamento, un capannone, una casa. Oggi gli immobili sono in vetrina dappertutto”. Quello che aggiunge in seguito però da un senso molto preciso al suo discorso e chiarisce il metodo con cui svolge il suo lavoro: “Il mediatore serve a chi sceglie la consulenza di un professionista che lo aiuti a distinguere una cosa dall’altra”.

“Svolgo questo mestiere da molto tempo, a so vec, mi sono fatto un’idea di cosa sia un immobile sano, che non può in nessun caso prescindere, per esempio, da una buona posizione. La gente dice che questo tipo di abitazioni è caro: non è così, la nostra educazione sulla casa soffre di molte informazioni falsate. Il buono e il cattivo hanno lo stesso caro prezzo”.

Pio Delfo Zavaglia ha iniziato la professione di Mediatore negli ultimi anni sessanta. La lumaca che ha scelto come simbolo lo segue da allora.

Alla base di questo mestiere – spiega Zavaglia – c’è la conoscenza del territorio. Noi lavoriamo principalmente a Gambettola e Longiano – facendo particolare riferimento a tutta la fascia della prima collina per gli immobili di pregio di cui io mi occupo ormai esclusivamente: Ville, casali, ruderi con peculiari potenzialità – compreso un buon tratto di via Emilia per le aree artigianali.

Quando abbiamo delle richieste specifiche facciamo puntate sul mercato di Cesena e Cesenatico.

Il male delle cattive costruzioni inizia dalle amministrazioni comunali: le persone devono essere messe in condizione di potersi costruire delle case semplici, che costano poco. È una frustrazione molto grande doversi confrontare con un mercato che non risponde alle richieste più mature. Noi ci sottraiamo alla mediocrità più diffusa attraverso una selezione inflessibile. La facciamo al posto del cliente, non proponendo cose che non ci piacciono, che sappiamo non essere valevoli. Magari così abbiamo perso molti clienti, ma credo che ne abbiamo anche conquistati”.

Il noi che usa Delfo include i suoi collaboratori, ovvero i figli Andrea e Nicola, che lavorano in Agenzia condividendo la medesima condotta. “La burocrazia è quello che spesso cerca di portare anche le cose logiche in un vicolo cieco – spiegano – Noi ce ne facciamo carico interamente sottraendo il cliente al suo tormento, anche perché per venirne a capo non basta più la tenacia, devi conoscere la materia”.